Luigi Gentilini - Luglio 2021
" Per entrare nel suo mondo pittorico Fabrizia Zammatteo ci conduce attraverso un corridoio via via sempre più luminescente fino alle porte sfolgoranti che aprono l'orizzonte delle sue Opere in un turbine di magici riflessi violenti ove uno sfolgorio irriducibile avvampa, predisponendo lo spettatore ad un incontro con un fuoco sacro simile alla fucina di Vulcano.
Questo rosso è questo giallo, luminosissimi, impattano violenti sulla tela ed urlano la loro potenza in modo cosmico, come un nuovo Olimpo, che appare come prima visione di impatto per evocare poi, nel suo interno, segni e figure che rendono, abbaglianti, il loro significato.
È una nuova interpretazione di un simbolismo che l'Artista inventa e raffigura, attraverso la sicurezza di un percorso artistico consolidato nella perseveranza d'una esperienza che fin dall'inizio ha acceso il suo geniale carisma.
I suoi guizzi neri, all'interno dell'Opera, a volte muovono delicati arabeschi nell' armonia di suoni quasi orientali come di arpe di birmane, a volte contornano figure preziose, con tutta la loro carica simbolica, che rimandano a concetti ed a visioni che suggeriscono i valori profondi della nobiltà umana , in ossequio al significato di una pittura che immortala la Bellezza redentrice.
Scorrere, in passaggio, di fronte alle Opere della Zammatteo non è possibile tanto il meta-messaggio simbolico prorompe intenso nell'animo, lo cattura, lo costringe ad una sosta spirituale, quasi una Omelia di una Cattedrale barocca attraversata da fasci di luce imporporata da riflessi d'un tramonto autunnale il cui il sole, sul suo carro di fuoco, va incontro alle porte della sera.
Di fronte a certe Raffigurazioni artistiche dell'Artista occorre sostare, sedersi, e lasciare che il tempo si fermi nella contemplazione e nella meditazione; tali Opere hanno la potenza di Icone sacre in cui si delinea e si descrive il significato profondo della Vita, del Bene, del Bello, del Senso per cui vale la pena di esistere. Quel rosso denso e violento che mi affascina e mi avvolge riverbera un rossore sul mio volto per la risposta della mia coscienza costretta ad un esame sincero e impietoso che nel tempo rievoca e mi rimprovera momenti in cui l'ardore di tanta purezza si è sciolto in cadute che tanto vorrei cancellare.
Quindi la pittura della Zammatteo è purificazione, redenzione e, infine resurrezione: è passaggio fra immanenza e trascendenza; è la prefigurazione d'un orizzonte di Eternità, è la certezza d'una speranza d'Immortalità che solo i Grandi hanno saputo trasmettere all'umanità.
Per me, personalmente, le opere della Zammatteo sono appese ai muri della mia anima, laggiù nel profondo, nel sacro, e quando la vita mi strappa qualche lamento, per un lungo momento chiudo tutto e scendo nei sotterranei del mio Spirito e sosto davanti a questi tesori per riemergere con il sorriso e la voglia di amare. "
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Ettore D'Ignazi - Giugno 2011
Lirismo poetico che
si dilata nei colori accesi che divampano
nella costruzione dello spazio. Predomina il rosso come fuoco-passione
che trova respiro nella soffusa materia che si fa poesia. Tutto è dentro
la scena astratta, libera da ogni riferimento artistico e si insinua nei
meandri dell'inconscio regalandoci emozioni che sublimano la mente .Una
pittura terapeutica dove le monocromie squarciano l'io rigenerato dalla
luce colorata d'infinito che allevia il peso dell'esistere e insegue i
nostri sogni....
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Giuseppe Bonura - Settembre 2007
Al tema dell'intimità nell'arte sono state dedicate molte mostre, e una proprio questa primavera nel nuovo complesso artistico della Bovisa milanese. Forse è finito davvero il tempo dell'impegno sociale, anche se la discussione sulla proiezione oggettiva della pittura continua a occupare gli interventi dei critici. Certo è che la formula "il privato è politico" e viceversa non esercita più alcun fascino. Troppe delusioni sono state consumate, troppi slogan sono stati bruciati nel fuoco delle controversie. Non resta che un' immensa montagna di macerie, in cui ciascun artista cerca di estrarre una scintilla per ravvivare la propria creatività. Anche la pittura di Fabrizia Zammatteo risente di questo stato di cose. Ma la pittrice, anziché abbandonarsi a un intimismo sterile, cerca di trarre profitto dalla crisi in cui versa l'arte. La sua pennellata è anzi una sfida all'ambiente circostante, per esempio accendendo la tavolozza di colori squillanti e di forme che si rifanno alla classicità della figura.
I corpi della Zammatteo sono come immersi in un liquido agitato da una mano invisibile.. Sono corpi che si cercano e si intrecciano, lasciando tracce significative del loro movimento. La pittrice non cerca la novità per la novità, ma si affida alla memoria personale e collettiva, comprendendo in un gesto ampio l'esperienza privata e la tradizione storica. Se la pittura è in crisi, non lo è l'espressione dell'artista. che quasi con accanimento allontana da sé la tentazione del nulla, ossia della tela monocroma e piatta. Guida la sua mano la consapevolezza che le forme che hanno una storia hanno anche, e comunque, una energia capace di fermarsi prima della soglia della fuga dalla realtà. Naturalmente non si può sfuggire alla percezione dello sfaldamento, della corrosione e perfino della polverizzazione dell'oggetto. Ma i corpi modellati e le teste senza viso segnalano che la figura umana è sempre lì, presente, indistruttibile, amaramente ironica nella sua volontà di esistere.
Lo spazio, le luce, le forme. La Zammatteo giostra gli elementi tradizionali con estrema libertà, convinta che alla fine il quadro si farà quasi da sé. Ma è sempre la memoria del passato classico a guidarla tra le insidie del presente, o meglio tra il caos dell'informe. La scelta dei colori caldi, a volte perfino al limite della bellezza decorativa, sono funzionali al progetto della visibilità dell'iconografia amorosa. L'amore per il colore, la luce e le forme è lo stesso amore per il senso delle figure, che si amano con una evidenza spavalda. Ma lo spazio minaccia tale amore. Ed ecco allora le pennellate sprezzanti che circondano le figure isolate o le coppie, e che si depositino ai margini, con un movimento concentrico, come a dire che la felicità delle icone, ma anche della pittura, è minacciata da frammenti insidiosi e misteriosi. E tuttavia questa minaccia esterna alle figure contribuisce a tenere in equilibrio la composizione, in una tensione ininterrotta, che dichiara nello stesso tempo il positivo e il negativo dell'esistenza.
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Serena Dal Borgo - Aprile 2007
Preme nelle tele di Fabrizia una luce che sussurra tra le linee dell'amore e della passione.
Una luce che da giallo-arancio diventa forza pura di un rosso che abbraccia tutto lo sguardo.
Un rosso che non chiede ma dice.
Dice la sinuosità di un corpo, di un seno, di un abbraccio e lascia che i volti siano solo accenno di noi, di ieri, di oggi.
Sono corpi senza tempo per tutti i tempi della vita.
Sono corpi che ti fanno entrare nelle loro forme e ti trasformano in una verticale aperta al tramonto di un giorno, di tutti i giorni per nuove infinite albe d'amore.
" Per entrare nel suo mondo pittorico Fabrizia Zammatteo ci conduce attraverso un corridoio via via sempre più luminescente fino alle porte sfolgoranti che aprono l'orizzonte delle sue Opere in un turbine di magici riflessi violenti ove uno sfolgorio irriducibile avvampa, predisponendo lo spettatore ad un incontro con un fuoco sacro simile alla fucina di Vulcano.
Questo rosso è questo giallo, luminosissimi, impattano violenti sulla tela ed urlano la loro potenza in modo cosmico, come un nuovo Olimpo, che appare come prima visione di impatto per evocare poi, nel suo interno, segni e figure che rendono, abbaglianti, il loro significato.
È una nuova interpretazione di un simbolismo che l'Artista inventa e raffigura, attraverso la sicurezza di un percorso artistico consolidato nella perseveranza d'una esperienza che fin dall'inizio ha acceso il suo geniale carisma.
I suoi guizzi neri, all'interno dell'Opera, a volte muovono delicati arabeschi nell' armonia di suoni quasi orientali come di arpe di birmane, a volte contornano figure preziose, con tutta la loro carica simbolica, che rimandano a concetti ed a visioni che suggeriscono i valori profondi della nobiltà umana , in ossequio al significato di una pittura che immortala la Bellezza redentrice.
Scorrere, in passaggio, di fronte alle Opere della Zammatteo non è possibile tanto il meta-messaggio simbolico prorompe intenso nell'animo, lo cattura, lo costringe ad una sosta spirituale, quasi una Omelia di una Cattedrale barocca attraversata da fasci di luce imporporata da riflessi d'un tramonto autunnale il cui il sole, sul suo carro di fuoco, va incontro alle porte della sera.
Di fronte a certe Raffigurazioni artistiche dell'Artista occorre sostare, sedersi, e lasciare che il tempo si fermi nella contemplazione e nella meditazione; tali Opere hanno la potenza di Icone sacre in cui si delinea e si descrive il significato profondo della Vita, del Bene, del Bello, del Senso per cui vale la pena di esistere. Quel rosso denso e violento che mi affascina e mi avvolge riverbera un rossore sul mio volto per la risposta della mia coscienza costretta ad un esame sincero e impietoso che nel tempo rievoca e mi rimprovera momenti in cui l'ardore di tanta purezza si è sciolto in cadute che tanto vorrei cancellare.
Quindi la pittura della Zammatteo è purificazione, redenzione e, infine resurrezione: è passaggio fra immanenza e trascendenza; è la prefigurazione d'un orizzonte di Eternità, è la certezza d'una speranza d'Immortalità che solo i Grandi hanno saputo trasmettere all'umanità.
Per me, personalmente, le opere della Zammatteo sono appese ai muri della mia anima, laggiù nel profondo, nel sacro, e quando la vita mi strappa qualche lamento, per un lungo momento chiudo tutto e scendo nei sotterranei del mio Spirito e sosto davanti a questi tesori per riemergere con il sorriso e la voglia di amare. "
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Ettore D'Ignazi - Giugno 2011
Lirismo poetico che
si dilata nei colori accesi che divampano
nella costruzione dello spazio. Predomina il rosso come fuoco-passione
che trova respiro nella soffusa materia che si fa poesia. Tutto è dentro
la scena astratta, libera da ogni riferimento artistico e si insinua nei
meandri dell'inconscio regalandoci emozioni che sublimano la mente .Una
pittura terapeutica dove le monocromie squarciano l'io rigenerato dalla
luce colorata d'infinito che allevia il peso dell'esistere e insegue i
nostri sogni....
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Giuseppe Bonura - Settembre 2007
Al tema dell'intimità nell'arte sono state dedicate molte mostre, e una proprio questa primavera nel nuovo complesso artistico della Bovisa milanese. Forse è finito davvero il tempo dell'impegno sociale, anche se la discussione sulla proiezione oggettiva della pittura continua a occupare gli interventi dei critici. Certo è che la formula "il privato è politico" e viceversa non esercita più alcun fascino. Troppe delusioni sono state consumate, troppi slogan sono stati bruciati nel fuoco delle controversie. Non resta che un' immensa montagna di macerie, in cui ciascun artista cerca di estrarre una scintilla per ravvivare la propria creatività. Anche la pittura di Fabrizia Zammatteo risente di questo stato di cose. Ma la pittrice, anziché abbandonarsi a un intimismo sterile, cerca di trarre profitto dalla crisi in cui versa l'arte. La sua pennellata è anzi una sfida all'ambiente circostante, per esempio accendendo la tavolozza di colori squillanti e di forme che si rifanno alla classicità della figura.
I corpi della Zammatteo sono come immersi in un liquido agitato da una mano invisibile.. Sono corpi che si cercano e si intrecciano, lasciando tracce significative del loro movimento. La pittrice non cerca la novità per la novità, ma si affida alla memoria personale e collettiva, comprendendo in un gesto ampio l'esperienza privata e la tradizione storica. Se la pittura è in crisi, non lo è l'espressione dell'artista. che quasi con accanimento allontana da sé la tentazione del nulla, ossia della tela monocroma e piatta. Guida la sua mano la consapevolezza che le forme che hanno una storia hanno anche, e comunque, una energia capace di fermarsi prima della soglia della fuga dalla realtà. Naturalmente non si può sfuggire alla percezione dello sfaldamento, della corrosione e perfino della polverizzazione dell'oggetto. Ma i corpi modellati e le teste senza viso segnalano che la figura umana è sempre lì, presente, indistruttibile, amaramente ironica nella sua volontà di esistere.
Lo spazio, le luce, le forme. La Zammatteo giostra gli elementi tradizionali con estrema libertà, convinta che alla fine il quadro si farà quasi da sé. Ma è sempre la memoria del passato classico a guidarla tra le insidie del presente, o meglio tra il caos dell'informe. La scelta dei colori caldi, a volte perfino al limite della bellezza decorativa, sono funzionali al progetto della visibilità dell'iconografia amorosa. L'amore per il colore, la luce e le forme è lo stesso amore per il senso delle figure, che si amano con una evidenza spavalda. Ma lo spazio minaccia tale amore. Ed ecco allora le pennellate sprezzanti che circondano le figure isolate o le coppie, e che si depositino ai margini, con un movimento concentrico, come a dire che la felicità delle icone, ma anche della pittura, è minacciata da frammenti insidiosi e misteriosi. E tuttavia questa minaccia esterna alle figure contribuisce a tenere in equilibrio la composizione, in una tensione ininterrotta, che dichiara nello stesso tempo il positivo e il negativo dell'esistenza.
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Serena Dal Borgo - Aprile 2007
Preme nelle tele di Fabrizia una luce che sussurra tra le linee dell'amore e della passione.
Una luce che da giallo-arancio diventa forza pura di un rosso che abbraccia tutto lo sguardo.
Un rosso che non chiede ma dice.
Dice la sinuosità di un corpo, di un seno, di un abbraccio e lascia che i volti siano solo accenno di noi, di ieri, di oggi.
Sono corpi senza tempo per tutti i tempi della vita.
Sono corpi che ti fanno entrare nelle loro forme e ti trasformano in una verticale aperta al tramonto di un giorno, di tutti i giorni per nuove infinite albe d'amore.